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  • classe IV LT

SCIENZE della TERRA

ASTRONOMIA

INDICE:

  1. Le misssioni APOLLO
  2. Il BIG BANG e l'origine dell'UNIVERSO
  3. COORDINATEASTRONOMICHE: sistema ALTAZIMUTALE e sistema EQUATORIALE
  4. Moto di un pianeta ESTERNO
  5. Suono di una PULSAR (stella di NEUTRONI)
  6. La canzone "Figli delle stelle" (Alan Sorrenti)
1) le MISSIONI APOLLO

Il programma Apollo fu un programma spaziale americano che portò allo sbarco dei primi uomini sulla Luna. Concepito durante la presidenza di Dwight Eisenhower e condotto dalla NASA, Apollo iniziò veramente dopo che il presidente John Kennedy dichiarò, durante una sessione congiunta al Congresso avvenuta il 25 maggio 1961, obiettivo nazionale il far "atterrare un uomo sulla Luna" entro la fine del decennio.

Questo obiettivo fu raggiunto durante la missione Apollo 11 quando, il 20 luglio 1969, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin sbarcarono sulla Luna, mentre Michael Collins rimase in orbita lunare. Apollo 11 fu seguita da ulteriori 6 missioni, l'ultima nel dicembre 1972, che portarono un totale di 12 uomini a camminare sul nostro "satellite naturale". Al 2011 questi sono stati gli unici uomini a mettere piede su un altro corpo celeste

ll programma Apollo si svolse tra il 1961 e il 1975 e fu il terzo programma spaziale di voli umani (dopo Mercury e Gemini) sviluppato dall'agenzia spaziale civile degli Stati Uniti. Il programma utilizzò la navicella spaziale Apollo e il razzo vettore Saturn, successivamente utilizzati anche per il programma Skylab e per la missione congiunta americana-sovietica Apollo-Soyuz Test Project. Questi programmi successivi sono spesso considerati facenti parte delle missioni Apollo.


2) Il BIG BANG e l'ORIGINE dell'UNIVERSO

Il Big Bang è l'evento iniziale di un modello cosmogonico riguardante lo sviluppo e l'espansione dell'universo predominante nella comunità scientifica e che ha le maggiori conferme dal punto di vista delle prove e delle osservazioni. Con il termine Big Bang i cosmologi si riferiscono generalmente all'idea che l'universo iniziò ad espandersi a partire da una condizione iniziale estremamente calda e densa e che questo processo di espansione è durato per un intervallo di tempo finito e continua tuttora.

La scoperta fondamentale che sta alla base di questa teoria si deve a Edwin HUBBLE (1929) che assieme a Milton Humason, scoprì che la distanza delle galassie più lontane è proporzionale al loro redshift, come ipotizzato da Lemaître nel 1927, e tale osservazione fu usata come prova del fatto che le galassie e gli ammassi hanno una velocità apparente di allontanamento rispetto ad un determinato punto di osservazione: tanto più sono lontane, tanto più è elevata la loro velocità apparente.

Se la distanza fra gli ammassi di galassie sta aumentando oggi, ciò suggerisce che tutti gli oggetti spaziali fossero più vicini in passato;andando a ritroso nel tempo, densità e temperatura tendono a infinito e si arriva perciò a un istante in cui tali valori sono così elevati che le attuali teorie fisiche non sono più applicabili (stato di SINGOLARITA')


3) COORDINATE ASTRONOMICHE

A) SISTEMA ALTAZIMUTALE

   E' un sistema di coordinate astronomiche in cui si sceglie:

  • come direzione fondamentale la verticale alla superficie terrestre passante per l'osservatore (OZ)

  • i due poli sono quindi lo zenit e il nadir.
  • il piano fondamentale è il piano dell'orizzonte astronomico. 

  • i cerchi ausiliari sono chiamati cerchi di altezza o cerchi verticali

 

  • AZIMUT (A) 

è l'ascissa sferica di un punto sulla sfera celeste. L'azimut del punto T è l'angolo formato dal piano del cerchio verticale passante per T e il meridiano astronomico. Si misura in gradi e frazioni di grado partendo dal punto cardinale SUD nel senso delle lancette dell'orologio. Esso corrisponde, nel disegno, all'angolo SOB dove O è l'osservatore e B è l'intersezione dell'orizzonte con il cerchio verticale passante per T.

E' sempre più diffusa la convenzione, ereditata dall'astronomia nautica, di contare l'azimut partendo dal punto cardinale nord, in senso orario, da 0° a 360°

  • ALTEZZA (h):

è l'ordinata sferica di un punto sulla sfera celeste e cioè la sua distanza angolare dall'orizzonte misurata lungo il cerchio verticale passante per quel punto. Si esprime in gradi e frazioni di grado con valore positivo verso lo zenit e negativo verso il nadir. Nel nostro disegno, l'altezza del punto T corrisponde all'angolo TOB dove O è l'osservatore e B è l'intersezione dell'orizzonte con il cerchio verticale passante per T.  

L'arco complementare dell'altezza si chiama distanza zenitale e nel nostro disegno è rappresentata dall'angolo ZOT dove Z è lo zenit dell'osservatore. La distanza zenitale si indica generalmente con z. Risulta quindi: z = 90°-h. I punti sulla sfera celeste cha hanno uguale altezza formano un cerchio minore detto almucantarat.

 

Nel sistema azimutale entrambe le coordinate (azimut e altezza) delle stelle variano sensibilmente con il passare del tempo a causa del moto di rotazione della Terra

 

SISTEMA

ALTAZIMUTALE


B) SISTEMA EQUATORIALE

SISTEMA

EQUATORIALE

  • E' un sistema di coordinate astronomiche che ha come direzione fondamentale l'asse del mondo (NS) e come piano fondamentale quello dell'equatore celeste. I poli del sistema sono i poli celesti nord e sud. I cerchi ausiliari si chiamano cerchi orari o meridiani celesti. I cerchi minori, paralleli all'equatore, si chiamano paralleli celesti.


  • Ascensione retta (AR o a): è l'ascissa sferica del sistema equatoriale. L'origine è il punto gamma (g): l'ascensione retta si misura di solito in ore, minuti e secondi, lungo l'equatore celeste, partendo dal punto gamma e con senso di percorrenza antiorario. Nel nostro disegno corrisponde all'angolo gCB dove C è il cento della Terra e B l'intersezione del cerchio orario che passa per T con l'equatore celeste.


  • Declinazione (D o d): è l'ordinata sferica di questo sistema. Rappresenta la distanza angolare tra un punto della sfera celeste e l'equatore, misurata lungo il cerchio orario che passa per tale punto. Si misura in gradi e frazioni di grado con segno positivo verso il polo nord celeste e negativo verso il polo sud. Nel nostro primo disegno la declinazione del punto T corrisponde all'angolo TCB.

  • In questa immagina a fianco riproduciamo la volta celeste con il sistema di riferimento equatoriale. L'intero sistema di riferimento equatoriale (equatore celeste, asse del mondo, punto gamma) partecipa alla rotazione diurna della sfera celeste e quindi l'ascensione retta e la declinazione di un astro sono praticamente costanti nel tempo. 


4) MOTO di un PIANETA  ESTERNO

Nel sistema solare si dice pianeta esterno un pianeta la cui distanza media dal Sole sia superiore a quella della Terra. Sono pertanto considerati pianeti esterni Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, nonché tutti i pianeti nani (tra cui Plutone) conosciuti.

A volte viene usata un'altra definizione, che utilizza la fascia degli asteroidi per dividere il sistema solare interno da quello esterno. Utilizzando questa definizione, Marte fa parte dei pianeti interni e non di quelli esterni.

Quando un pianeta esterno viene a trovarsi sulla congiungente Terra-Sole, ma al di là di quest'ultimo, si dice che esso è in congiunzione; in questo caso l'osservazione dalla Terra è impossibile.

Al contrario, se il pianeta viene a trovarsi esattamente dal lato opposto della Terra rispetto al Sole si parla di opposizione; è la condizione più favorevole per l'osservazione diretta.

Talvolta l'espressione "pianeta esterno" viene utilizzata come sinonimo di gigante gassoso (limitatamente ai pianeti del sistema solare), vista l'evidente preponderanza di giganti gassosi tra i pianeti esterni


5) SUONO di una PULSAR

(Stella di NEUTRONI)

Una stella di neutroni è una stella compatta il cui peso è sostenuto dalla pressione di neutroni liberi. Si tratta di una fase finale dell'evoluzione stellare

I neutroni sono costituenti del nucleo atomico e sono così chiamati in quanto elettricamente neutri; a differenza dei protoni essi possono essere uniti a formare enormi nuclei fino a diverse volte la massa del sole. Le stelle di neutroni sono state i primi oggetti astronomici notevoli a essere predetti teoricamente (1933) e, in seguito, scoperti (nel 1968 e chiamate anche PULSAR)

 

Le stelle di neutroni hanno una massa simile a quella del sole sebbene il loro raggio sia di qualche decina di chilometri, vale a dire un ordine di grandezza 70.000 volte inferiore.

La loro massa è perciò impacchettata in un volume 70.0003 (circa 1014) volte più piccolo, e la densità media è quindi 1014 volte più alta.

Tali valori di densità sono i più alti conosciuti e impossibili da riprodurre in laboratorio: a titolo esemplificativo, per riprodurre una densità pari a quella dell'oggetto in questione occorrerebbe comprimere una portaerei nello spazio occupato da un granello di sabbia.

 

A causa dell'altissima densità e delle piccole dimensioni, una stella di neutroni possiede un campo gravitazionale superficiale cento miliardi (1011) di volte più intenso di quello della Terra.

Una delle misure di un campo gravitazionale è la sua velocità di fuga, cioè la velocità che un oggetto deve avere per potergli sfuggire. Sulla superficie terrestre essa è di circa 11 km/s, mentre su quella di una stella di neutroni si aggira intorno ai 100.000 km/s, cioè un terzo della velocità della luce.

Le stelle di neutroni sono uno dei possibili stadi finali dell'evoluzione stellare, e sono quindi a volte chiamate stelle morte o cadaveri stellari. Si formano nelle esplosioni di supernova, come il residuo collassato di una stella di grande massa (nelle supernovae di tipo II o Ib), o come il residuo di una nana bianca (nelle supernovae di tipo Ia; ipotesi oggi controversa).

Una tipica stella di neutroni ha un diametro di 20 chilometri, ha una massa minima di 1,4 volte quella del Sole (altrimenti sarebbe rimasta una nana bianca), e una massima di 3 volte quella del Sole (altrimenti collasserebbe in un buco nero). La loro rotazione è spesso molto rapida: la maggior parte delle stelle di neutroni ruota con periodi da 1 a 30 secondi, ma esistono alcune che arrivano a pochi millesimi di secondo ed è per questo che captando daterra le onde radio emesse ad ogni rotazione sono dette PULSAR


6) La canzone FIGLI delle STELLE

ALAN SORRENTI

Canzone pop-disco scritta ed interpretata da Alan Sorrenti, ed estratta come singolo dall'album omonimo del 1977. La canzone è uno dei pochi esempi di musica disco italiana, effettivamente cantata in lingua italiana, dato che fino a quel momento i gruppi italiani di genere avevano sempre cantato in lingua inglese.

Il singolo fu uno straordinario successo in Italia, riuscendo a scalzare dalla prima posizione dei dischi più venduti Un'emozione da poco di Anna Oxa e rimanendo in vetta per una settimana, prima di lasciare il posto a Stayin' Alive dei Bee Gees.

In totale il disco rimase nella top ten per sedici settimane consecutive, e risultò essere l'ottavo singolopiù venduto dell'anno